Erano le 9.30 del mattino quando mi raggiungeva una telefonata del Dr xxxxxx, mentre sorseggiavo un caffè in quel di Montiglio, paesino in provincia di Asti...
"Senti Rodolfo, mi dice, ti mando il figlio dí un mio amico che ha prodotti per uso zootecnico, io, purtroppo, non sono in condizione di favorirlo, ma forse tu puoi fare qualcosa per lui, te ne sarei veramente grato".
Mi accingo,quindi, a favorir l'amico dell 'amico......, mentre prendo tempo per riflettere con più calma su di un problema capitatomi all'improvviso, durante lo svolgimento del mio lavoro.
E' il mese di Dicembre 2004 siamo agli inizi dei primi rigori invernali, comincia l'incubo della conservazione delle lettiera negli allevamenti, che devono essere tenute nelle condizioni migliori soprattutto per chi produce polli pesanti maschi, i quali non possono completare il ciclo produttivo se non al raggiungimento di pesi superiori ai kg 3,5-3.6 per capo.
Chi pratica questo tipo di produzione sa quanto sia determinante inviare al macello soggetti dalla livrea pulita e bianca ,senza lesioni sulla pelle, sui tarsi e sui cuscinetti plantari, affinché possano essere utilizzati nella loro totalità , per la produzione di busti pesanti e di polli tradizionali ( testa e zampe).
Inoltre conosce, anche, quale importanza avrà in futuro la totale mancanza di tali lesioni,per la classificazione degli animali rispetto ed a riguardo di un giudizio complessivo circa il benessere (o il malessere) al quale sono stati sottoposti gli animali stessi, durante il ciclo di crescita ín allevamento.
A tal proposito, proprio quel mattino l'allevatore A.B mi aveva chiamato con urgenza, aspettandomi,con le chiavi mano e con particolare apprensione, alla porta dell'allevamento; lo stesso esordiva dicendomi " Dottore, venga a vedere che lavoro sono costretto a fare".
All'interno dell'allevamento aveva sistematicamente tolto ogni crosta umida da sotto le linee degli abbeveratoi e mangiatoie, addossandola alle pareti laterali e provvedendo a sostituirla con lolla di riso e con lettiera asciutta. Ovviamente questo lavoro eseguito giorno dopo giorno, in tutti i tre capannoni custoditi, aveva originato due trincee addossate ai muri perimetrali degli allevamenti, che stavano ad indicare il lavoro,l'impegno e la fatica da parte dell'allevatore, il quale, era a tal punto affaticato e deluso da esordire dicendo: " Dottore, o lei mi risolve questo problema della lettiera entro Mercoledì (ed eravamo già al venerdi precedente.) altrimenti provveda a sostituirmi nel governo di questi animali con qualcun altro Si ricordi, queste sono le chiavi che dal prossimo Mercoledì sono a sua disposizione".
Coloro che operano nel settore dell' Avicoltura, in particolare chi opera dal punto di vista pratico, sa che il governo delle lettiere all'interno degli allevamenti è dí primaria importanza nella gestione degli allevamenti ove gli animali vengono allevati a terra, siano essi polli da carne, tacchini galline ovaiole e/o selvaggina.
Gli operatori del settore sanno inoltre, quanto impegno debba produrre l'allevatore per ii mantenimento delle lettiere anche in presenza di ambienti tecnologicamente all'avanguardia e bio-climatizzati.
Il problema diventa poi difficilmente risolvibile se l'allevamento è di tipo tradizionale dove ci troviamo in presenza di ricambi d'aria con metodo naturale con apertura delle finestre laterali e del cammino (non sempre presente), gli impianti di riscaldamento gestiti molto spesso con l'uso di cappe a gas in ambienti privi di sistemi di estrazione dell'aria e dove non è possibile controllare il grado di umidità della stessa in entrata ed all'interno dei capannoni.
Si è tentato di dare di volta in volta una soluzione al problema tramite:
A) sistema delle lettiere montanti aumentando cioè la capacità di assorbimento delle stesse.
Tale sistema presuppone però uno stato sanitario perfetto dei cicli condotti in precedenza, una attenzione continua ai livelli di ammoniaca presenti nell'ambiente, un continuo funzionamento di estrattori d'aria in grado di rimuovere la stessa dall'ambiente, controllando i consumi,i costi derivati ed i benefici di tali complesse operazioni. Inoltre la gestione condotta in questi termini prevede il continuo trattamento e la sanificazione delle lettiere nei vari intercicli con aggiunta di preparati idonei e comunque sempre con la rimozione ed asportazione delle zone più umide e compromesse presenti sulle lettiere stesse.
B) altro metodo è l'uso di sostanze assorbenti ed assorbenti aggiunte all'alimento e distribuite a spaglio nella lettiera come gli alluminosilicati e le bentoniti accettando come permessa di non voler poi pretendere come risultato finale indici di conversione più favorevoli. Questo poiché per il raggiungimento di una migliore qualità occorre sacrificare un qualcosa. Anche in questo caso bisogna poter agire sulla formulazione dell'alimento somministrato agli animali e sulla scelta delle materie prime atte allo scopo, cosa non sempre possibile poiché è difficile il dialogo con i formulisti da un lato e con gli imprenditori dall'altro questi ultimi abituati ad avere "la botte piena e la moglie ubriaca".
C) altra soluzione può essere quella di agire sui razionamenti di mangime e dell'acqua di bevanda, intervento possibile solo sui soggetti allevati con densità limitate, in cui sia possibile il controllo del foto-periodo e quindi in allevamenti del tutto particolari.
Fatte queste doverose premesse era su questi problemi e alle possibili soluzioni che stavo riflettendo quando vedo arrivare "l'amico dell'amico" personaggio conosciuto nel settore zootecnico figlio di persona ancora più nota e conosciuta in Avicoltura. Infatti le tradizioni di questa famiglia sono per una vita spesa nel settore della riproduzione, incubazione di pulcini maschi e femmine per la vendita ed in particolare per il mercato degli svezzatori oltre che per la produzione di prodotti atti all'allevamento rurale o biologico.
Prima ancora di presentarmi la varietà del suo campionario il mio interlocutore mi parla immediatamente di un prodotto che, pur essendo da qualche tempo impiegato nella alimentazione dei ruminanti con ottimi risultati ed in fase sperimentale utilizzato nell'alimentazione dei suinetti, non è stato ancora testato o impiegato sui volatili. Il prodotto a base di sostanze tanniche è un idrolizzato naturale estratto a caldo da soluzione acquosa a vapore ed,ad alta pressione, dalla polpa del legno di castagno.
Le mie perplessità sul suo utilizzo vengono fugati dal fatto che tale sostanza è considerata un mangime semplice della categoria "altri vegetali loro prodotti e sottoprodotti" il cui possibile utilizzo è regolato dal D.L. 360 del 17- 08-1999 ( GU n 246 S G 19-10-1999).
Faccio presente le mie iniziali riserve su l'impiego di tale prodotto, date le mie conoscenze nel l'utilizzo del Sorgo rosso nell'alimentazione dei volatili per il suo alto contenuto in tannino, considerato fattore antinutrizionale. A riguardo una spiegazione tecnica e scientifica mi viene data direttamente tramite approfonditi colloqui telefonici, che mi chiariscono la suddivisione delle sostanze tanniche in:
TANNINI IDROLIZZABILI
TANNINI NON IDROLIZZABILI (i cosiddetti tannini condensati)
e la loro distinzione dai tannini misti e dai tannini sintetici.
Approfondendo la conoscenza del prodotto, cosa che ogni lettore desideroso di aumentare il proprio bagaglio culturale può fare con estrema semplicità, riconosco nei tannini condensati le sostanze antinutrizionali contenute nel Sorgo Rosso, capace di aggregare la proteina in maniera stabile, non rendendola bio disponibile. Le sostanze tanniche idrolizzabili, al contrario, non mantengono questa proprietà in maniera stabile, quindi, rendendo la proteina bio disponibile non interferiscono sul metabolismo proteico, mentre, invece il loro contenuto in zuccheri liberi, quali glucosio, mannosio, xilosio ed altri, apporta energia e nutrimento ideali per gli animali da reddito e contemporaneamente la parte minerale contenuta rappresenta un complemento necessario a soddisfare le esigenze del metabolismo animale.
Le mie, forse antiche conoscenze, riconoscono alle sostanze tanniche proprietà farmacologiche e farmacodinamiche naturali, che così si sintetizzano:
Tannino o Acido Tannico
è un Glucoside che per idrolisi si scende in Acido Gallico e glucosio. Ha un notevole potere astringente, maggiore in presenza di ferite (vedi uso topico locale) che su cute integra o sulle mucose con le quali viene a contatto. Già nell'intestino tenue va incontro ad idrolisi liberando l'Acido Gallico che, continua ad avere azione acidificante e non più astringente. Liberando Acido Gallico nella porzione intestinale, ove, per opera di enzimi la proteina viene demolita per essere maggiormente utilizzata nei componenti fondamentali. e altre sostanze chimiche, precipitandole in composti insolubili ed inassorbibili.
La presenza di polifenoli contribuisce inoltre a bloccare e neutralizzare la presenza di radicali liberi, cosa oggi riconosciuta in assoluto utilità nell'economia del mantenimento dello stato di salute animale (uomo compreso) e nel prevenire il precoce invecchiamento dei tessuti e degli organi. È possibile, inoltre, viste le caratteristiche di estrema digeribilità, riscontrabile nelle feci che il prodotto agisca essendo a PH acido, sulla regolazione della flora batterica dell'apparato digerente con effetti senza dubbio positivi.
Sull'utilizzo di questo prodotto che da questo momento viene identificato con:
ENC = Estratto Naturale di Castagno
vengono consigliati dosaggi minimi con questi parametri:
100 grammi per 100 kg di alimento, pari ad un grammo per un chilo di mangime.
e dosaggi massimi
250 grammi per 100 kg di alimento pari a 2,5 grammi per un chilo di mangime.
Il prodotto si presenta sotto forma di polvere molto fine, di colore marrone, facilmente miscelabile soprattutto se diluita in premiscela. Non ho ritenuto opportuno, in fase sperimentale, somministrarlo in acqua di bevanda, poiché, prevedendo che per la natura stessa del prodotto, potessero verificarsi disturbi nella sua distribuzione nei circuiti idrici provocando interruzioni negli impianti con conseguente impossibilità temporanea di dissetare gli animali e di provocare inoltre una non omogenea distribuzione del prodotto stesso. Nel considerare l'ipotesi di utilizzare in fase sperimentale il prodotto ho riflettuto su questa possibilità di impiego:
1) il minore tra questi è rappresentato da un unico capannone di circa 6000 capi, il maggiore da un allevamento con più capannoni per un totale di circa 60000 capi. Tutti gli altri sono di grandezza intermedia compresa tra i 15.000 ed i 50.000 polli.
2) vengo servito da tre aziende produttrici di mangime, che alimentano i diversi allevamenti fino alla età di 35-40 giorni. L'alimento fornito rispetta le esigenze della genetica e si presenta in forma sbriciolata, come richiesto per facilitarne la distribuzione uniforme ed il razionamento.
3) Dal 35° al 40°giorno tutte queste varietà di mangime vengono sostituite da un unico prodotto direttamente dall'azienda per la quale opero come consulente per poter ottenere, al termine del ciclo di produzione un prodotto con le caratteristiche di uniformità, di colore, sulla consistenza delle carni, sulla quantità e qualità del grasso. Tale mangime viene prodotto in farina con macinazione grossolana per facilitarne in maniera maggiore il razionamento. Per questo motivo posso agire in modo indipendente su tutti gli animali che seguo potendo così verificare in fase sperimentale dal 35° al 60° giorno di età degli animali, periodo in cui all'incirca avviene la macellazione, ogni eventuale cambiamento o miglioramento della condizione di benessere degli animali,verificarne i loro comportamenti in allevamento, i risultati di mantenimento della lettiera e, in ultimo i risultati alla macellazione.
A questo punto bisogna rilevare che, per il contenimento della lettiera, fino ai 30-35 giorni tutti i Santi aiutano soprattutto con l'attività e la buona volontà dell'allevatore. Nei periodi successivi la situazione si fa più complessa ed i risultati, più o meno soddisfacenti, si basano sia su fattori dipendenti dalle strutture e servizi presenti in allevamento, rapportati alle condizioni climatiche stagionali, alla alimentazione, alla gestione dell'uomo, allo stato sanitario, sia ai condizionamenti a cui gli animali vengono sottoposti. Al termine di queste considerazioni ed in relazione al ultimatum ricevuto dall'allevatore A B, che mi voleva affidare la conduzione del proprio allevamento, esasperato dai continui stressanti lavori a causa della lettiera malsana, pareva proprio che il figlio dell'amico, inviatomi dall'amico così a proposito ed in maniera insolita, rappresentasse l'Uomo della Provvidenza di manzoniana memoria !!!
L'allevatore denunciava il problema su polli maschi di circa 35 giorni a cui dovevo sostituire il mangime in linea nella stessa giornata del venerdì, con quello di produzione aziendale. A questo punto l'introduzione di 250 grammi di idrolizzato naturale di legno di castagno (ENC) per 100 kg di alimento non poteva certamente interferire, dal punto di vista quantitativo, sulla conversione, al contrario permetteva una verifica diretta degli animali stessi e del loro comportamento immediatamente in corso d'opera.
Pertanto la decisione di intervenire con ENC in quel gruppo di 23.000 polli suddivisi in tre capannoni fu istantanea.
Quella sera del venerdì, lasciato il Piemonte e ritornando in Romagna, luogo dove risiedo il mio rientro era, senza dubbio, accompagnato dalla consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per risolvere i problemi di A B.
Nella vita l'amore per la propria professione ed il proprio lavoro, la preparazione, il continuo aggiornamento e l'esperienza sono certamente fondamentali, ma spesso, se non sono accompagnati dalla fortuna o influenzati al momento giusto dal destino, non sono sufficienti al conseguimento dei propri obiettivi.
Ritengo senza ombra di dubbio che sia quanto è capitato a me in questa esperienza legato all'impiego di NLC infatti, trascorso il sabato e la domenica, vengo raggiunto nella serata di lunedì da una telefonata della l'allevatore AB, il quale mi apostrofa " dottore, cosa messo in quel mangime?"
Rimango stupito e perplesso, aspettandomi il peggio. Invece l'allevatore prosegue "Gli animali digeriscono in maniera perfetta, le feci sono più scure, di colore grigio- verdastro, nelle stesse non si notano più frazioni di cereali e soia ingeriti.
Inoltre le feci hanno il loro cappuccio bianco, sono ben composte e, soprattutto non ho più dovuto togliere alcuna crosta dalla lettiera."
Continua l'allevatore " "Ho invece notato una notevole diminuzione dei consumi sia nel mangime somministrato che nell'acqua. Certamente in soli due o tre giorni non si può dire con sicurezza, ma ho l'impressione al peso che gli animali sono cresciuti di più mangiando di meno."
Dopo tali affermazioni il ciclo dell'allevatore A B si è concluso con i seguenti dati tecnici:
Immissione pulcini 08-11/2004 Capi 23.000 ROSS 508 Maschi
Fine ciclo 10-01-2005 Mortalità 2,9%
Peso medio 3,935 KG Indice di conversione 2,00 per KG carne
Spese per vaccini,medicinali,vitamine ecc. € 0,007
Il ciclo successivo prodotto dallo stesso allevatore A B si è concluso a 66 gg. di vita degli animali con i seguenti risultati:
Immissione pulcini 07-02/2005 Capi 23.000 ROSS 508 Maschi
Fine ciclo 14-04-2005 Mortalità 4,9%
Peso medio 4,095 KG Indice di conversione 2,06 per KG carne
Spese per vaccini,medicinali,vitamine ecc. € 0,010
Tutti i polli prodotti nei due cicli sopra riportati sono stati definiti di ottima qualità, senza difetti apprezzabili.
CONCLUSIONI
Dall'inizio della sperimentazione a casa dell'allevatore A B sono stati trattati nella stessa maniera del 18 cicli. I risultati, a richiesta, potranno essere divulgati in ulteriori pubblicazioni, essendo gli stessi in dipendenza ed in relazione a diversi allevamenti ed alla capacità dei diversi allevatori coinvolti nella sperimentazione. In tutti i 18 casi i risultati sono stati comunque migliorativi, se confrontati con i cicli invernali degli anni precedenti. Per quanto riguarda la qualità dei polli consegnati al macello, per l'igiene e per la pulizia della livrea, per le scarse lesioni riscontrate ai cuscinetti plantari, ai tarsi e le inesistenti lesioni al petto, ritengo, dal punto di vista professionale, che dopo 40 anni di attività la produzione dell'inverno 2004-2005 sia stata motivo di grandi soddisfazioni per gli ottimi risultati raggiunti. Certo che i dati positivi maturato in campo, hanno suscitato interrogativi e curiosità tecniche e sollecitano risposte scientifiche che, non solo incuriosiscono il sottoscritto al proseguimento della sperimentazione e all'impiego costante del prodotto, ma hanno coinvolto in approfonditi programmi di ricerca la stessa società multinazionale produttrice dell' ENC, coinvolgendo nel progetto gli stessi distributori del prodotto in campo zootecnico in generale ed in particolare il responsabile del settore avicolo.
Successivi test in corso sembrano evidenziare che l'utilizzo di ENC nell'alimentazione del pulcino rurale fin dal primo giorno di vita, permette di raggiungere allo svezzamento alcuni importanti benefici, ad esempio un peso superiore con minor consumo di alimenti, animali visibilmente più sani che inpiumano nel minor tempo netta diminuzione della mortalità e degli scarti. Avendo iniziato l'utilizzo del prodotto nella selvaggina, soprattutto negli svezzamenti e nella fase di ingrasso faraone, quaglie, fagiani, starne e pernici, visti i lusinghieri risultati ottenuti ci si è posto il problema di come questo prodotto interagisce nelle forme interiche così comuni in questa specie animale causate da agenti eziologici e di diversa origine.
Le iniziative intraprese in questo senso con università e centri di ricerca, verranno certamente divulgate e pubblicate in lavori successivi. Questa prima pubblicazione, estesa per maggior chiarezza a tratti in forma di racconto, omettendo per ovvie ragioni nomi e cognomi delle persone e delle aziende coinvolte nel progetto è stato redatto ed autorizzato sotto mia diretta responsabilità in quanto interlocutore del distributore ufficiale del ENC, nel settore avicolo e con la totale approvazione della società multinazionale distributrice del prodotto stesso.
Nel redigere queste pagine sulla base di fatti realmente accaduti e con risultati documentati e documentabili, mi sono posto più volte il problema se fosse il caso di divulgare sotto forma di narrazione quanto in seguito potrà essere fatto in modo migliore sotto il profilo tecnico e scientifico.
In pratica l'utilizzo in campo zootecnico di un prodotto che può essere immediatamente utilizzato sotto il profilo migliorativo del benessere animale tramite la sua utilizzazione correttiva in alimentazione, ho pensato fosse cosa utile in campo a tutti i miei colleghi impegnati nel settore.
La ricerca scientifica, abbinata alla utilizzazione pratica, potrà dimostrare in un prossimo futuro dal punto di vista biologico biochimico e farmacologico la proprietà del prodotto sia diretta che indiretta, come la conseguenza delle migliori condizioni di benessere che tale materia prima di origine vegetale, esercita direttamente sugli animali ed indirettamente sull' ambiente in cui gli stessi vivono. Nel frattempo la conoscenza dei fatti accaduti apre una via ed è certamente d'aiuto per la risoluzione dei problemi che, quotidianamente gli operatori si trovano a dover affrontare. Se un collega che opera in campo mi informasse di un'esperienza a lui risultata altamente positiva, non potrei che esserne profondamente grato; così come sono grato al collega veterinario Dottor V.F. per i consigli che mi ha suggerito attraverso i numerosi colloqui tramite i quali abbiamo cercato di comprendere il campo di applicazione del prodotto ed insieme indirizzato le ricerche in campo batteriologico e virologico.
Infatti il collega mi ha messo a conoscenza delle esperienze da lui fatte in quella fase di allevamento sui polli pesanti da carne che a me mancavano:
la fase di accrescimento dal 1 giorno al 30 35 giorno di vita. In conclusione l'utilizzazione del idrolizzato naturale di castagno, per la sua alta concentrazione di sostanze tanniche si è dimostrato estremamente efficace ed utile nel migliorare le condizioni di benessere degli animali allevati e dell'ambiente nel quale gli stessi vivono.